Riprendiamo dal redazionale di lunedì scorso in cui abbiamo cominciato ad analizzare questo fattore che di fatto, costituisce uno degli elementi che maggiormente influiscono nel successo o nel fallimento di un progetto imprenditoriale.
Rimanendo nell’ambito dello stesso paese (l’Italia nel nostro caso), la scelta della località ove ubicare il business, intesa come via, quartiere, città, ecc., diventa strategica per identificare una potenziale attività di successo.
In questa prima parte, cerchiamo di definire quali potrebbero essere le azioni da mettere in atto da parte di un potenziale imprenditore quando deve scegliere il tipo da attività aprire e dove ubicare il proprio business.
Nell’esempio della pizzeria al taglio descritto nel corso del redazionale scorso, si cercava di far capire quanto a volte possa essere superficiale la scelta fatta da tanti imprenditori quando avviano la loro attività.
E’ capitato sin troppo spesso di incontrare commercianti ed artigiani che anziché avviare un’attività in un quartiere diverso dal ‘proprio’ od addirittura in una città con caratteristiche differenti, hanno poi finito per aprire la propria impresa in una zona che nei fatti risulta poco ‘profittevole’ e vantaggiosa per quel tipo di business, anziché magari spostarsi di soli 5 chilometri e scegliere di conseguenza un’area più redditizia.
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Vediamo di sintetizzare alcuni punti.
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qual è il bacino minimo necessario alla nostra attività? In sostanza, di quanti clienti abbiamo bisogno per rendere profittevole il nostro business?
Aprire un negozio di alimentari, una carrozzeria, un asilo nido, una palestra, un ufficio di amministrazioni condominiali, un centro estetico, una pizzeria al taglio, una trattoria, un centro yoga, una scuola di paracadutisti, una galleria d’arte, uno studio di psicologo, ecc., significa nei fatti, dover ‘raccogliere’ un certo numero di clienti in grado di rendere il proprio business redditizio nel tempo.
Ognuna delle attività elencate più sopra, presenta tutta una serie di dinamiche differenti e che non sempre permettono la collocazione di queste tipologie di imprese in un’area qualsiasi.
Ecco che identificare una zona piuttosto che un’altra, consente al business di avere molte maggiori o minori possibilità di riuscita.
Provate ad esempio a pensare all’apertura di una galleria d’arte. Voi credete che sia possibile localizzarla in un qualsiasi paese di collina di 5000 abitanti ‘tagliato’ fuori dai percorsi tradizionali che interessano l’arte? In teoria, tutto è possibile. Nella pratica invece, le cose tendono ad essere più complesse. Dovendo aprire una galleria d’arte, è preferibile cercare un’area con un bacino di utenza più vasto e situato al centro di un’area famosa per questo settore.
Se invece pensiamo ad una pizzeria al taglio od una semplice trattoria, ecco che la cosa cambia completamente.
Questi, sono esempi banali per far capire sin da subito che l’ubicazione è uno dei fattori che vanno considerati quando si apre un’attività poiché rappresenta un parametro discriminante anche per la potenzialità del mercato e del numero dei possibili clienti residenti in quella zona.
Aprire un ristorante macrobiotico a Torino, Milano, Firenze, Roma, ecc., indipendentemente dalla valutazione degli altri aspetti, basandoci solo sul potenziale bacino di utenti, è molto più credibile che avviare questa attività in un piccolo paese di 6000 abitanti.
Poi, esistono certamente delle attività che sono meno legate all’ubicazione in una determinata area!
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La zona si presta dal punto di vista ‘qualitativo’ per diventare sede della nostra attività? Occorre verificare non più solo sotto l’aspetto numerico e quantitativo ma serve focalizzarsi sul piano ‘qualitativo’.
Se ad esempio voglio aprire un ristorante di lusso, oppure un concessionario di macchine costose, od in alternativa, avviare un’agenzia immobiliare nel settore degli immobili di alto costo, probabilmente è opportuno avviare queste tipologie di imprese in una zona ‘non prettamente popolare’, bensì, identificare un quartiere, un’area abitata/frequentata da un potenziale pubblico di clienti di alto reddito ed in grado di accedere ai prodotti o servizi venduti da queste attività.
Si prosegue nella seconda parte con l’approfondimento degli altri aspetti.
Continua.