Buon lunedì,
la scelta della zona in cui aprire un’attività, è uno dei fattori che influisce nel successo o nel fallimento del proprio progetto imprenditoriale.
In passato, abbiamo più volta toccato questo argomento in vari articoli ed approfondimenti.
Quali sono le zone migliori?
Nel corso del tempo, si è creata una certa convinzione, suffragata anche dai fatti, relativa alle zone considerate migliori in cui insediare la propria attività secondo una serie di parametri e valutazioni che consentono una migliore selezione delle aree.
A tal proposito, riceviamo parecchie email di lettori che oltre a farci domande su quale settore o nicchia sia più redditizio puntare (che rappresenta la maggior parte delle richieste), talvolta, ci sollecitano anche in merito all’area ed alla zona in cui sarebbe più opportuno avviare l’impresa.
Spesso, è assai difficile rispondere a queste email perché occorrerebbe conoscere nel dettaglio le singole zone.
E’ difficile dare una risposta netta ed univoca ad una domanda del tipo :
‘nel mio paese dove potrei aprire una pizzeria al taglio? ‘, oppure, nel quartiere dove vivo (…ma dove vivi?..), che attività potrei aprire?
I parametri per distinguere una zona da un’altra in cui aprire.
Se da una parte esistono parametri generali che permettono di verificare la fattibilità a grandi linee sulla bontà o meno di avviare un’attività, dall’altra, influiscono anche una serie di condizioni e fattori molto più specifici che possono essere verificati solo con la presenza in loco.
Ci sono cose che occorre vedere con una approfondita visita nella zona e facendo tutta una serie di controlli e considerazioni.
Ad esempio, cosa significa che in un quartiere di 4000/5000 abitanti esiste già una pizzeria al taglio?
Occorre capire come questa pizzeria sta lavorando (realizza un buon prodotto? I clienti sono soddisfatti? Accanto al quartiere vi sono altre pizzerie a cui possono accedere gli abitanti dello stesso rione? Come è sviluppata la consegna della pizza a domicilio?(in questo caso, potrebbe essere possibile crearsi uno spazio complementare in questo canale distributivo compensando talvolta il minor lavoro ‘la banco’, ecc.).
In un momento attuale di crisi del commercio e di tutto il comparto economico, diventa ancor più importante evitare di ‘buttarsi’ nel vuoto senza fare le dovute verifiche.
Come tante volte abbiamo sottolineato, non basta essere solo dei buoni artigiani (pizzaioli, gelatai, fornai, ecc.) oppure, dei buoni esperti del proprio settore, occorre anche verificare alcuni aspetti legati alla strategia ed alla gestione della propria attività per evitare di sprecare delle risorse inutili, investire cifre non appropriate, trovarsi in ‘mercati saturi’, ecc..
Questo, richiede un minimo di studio e pianificazione, senza per forza dover essere degli esperti consulenti d’impresa.
A volte, tra gli errori che vediamo ripetere (talvolta all’infinito) da tanti piccoli imprenditori c’è sempre quello relativo alla ‘superficialità’ e ‘disattenzione’ con cui si avviano certe attività.
Per dirla in maniera schietta e senza giri di parole : ‘troppe attività nascono già fallite’ ancor prima di cominciare.
Nei prossimi giorni approfondiremo questo aspetto con alcuni post dedicati.
Buon lavoro.
Andrea Figoli